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Promesse
mancate Quale futuro per l'Italia 13
marzo del 2014 il presidente del Consiglio aveva assicurato che entro il 21
settembre, il governo avrebbe completato la restituzione alle imprese dei 56
miliardi di debiti maturati dalla pubblica amministrazione al 31 dicembre
2013. Le risorse secondo il governo c’erano e quindi l'impegno a pagare i
debiti 2013 entro il 21 settembre sarebbe stato mantenuto. Altrimenti, il
premier aveva dichiarato di essere pronto ad andare in pellegrinaggio al
santuario di Monte Senario. Da allora, sono passati due anni, i debiti sono
stati saldati per una parte e il premier deve essersi sentito esentato dalla
scommessa, che pure è persa. Infatti le imprese che ancora attendono i
pagamenti dalla Pa, sono costrette a vivere fra mille difficoltà se non
addirittura, venir ridotte alla chiusura. Il tema è drammatico, una
fotografia delle gravi difficoltà del nostro paese. Una grande parte
dell’economia nazionale, soffre di questa situazione dove il denaro non
circola ,la produzione arretra, e non si riesce ad investire . Il presidente
del Consiglio farebbe bene a riflettere su questa situazione nel prossimo
futuro. Egli ha ritenuto di non andare a monte Senario, come aveva promesso
continuando ad esserci i debiti della pubblica amministrazione verso le
imprese. La posizione del governo dopo l’ultimo vertice europeo, vede un
’Italia pronta a fare da sola. E su quali temi? Sul tema dell’immigrazione? O
forse della politica fiscale? O della politica estera? E come? E di grazia,
con che mezzi? Non vorremmo che l’Italia facesse da sola prendendo a modello
il rimborso del debito della pubblica amministrazione. Con il 21 settembre,
giorno di pellegrinaggio in Toscana, c’è anche il giorno precedente 20,
giornata dell’Unità nazionale. Se anche questa dovesse essere compromessa, un
pellegrinaggio al premier non basterà, perché l’Italia possa sperare in un
futuro che merita. Roma, 20
settembre 2016 |
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